“Le Parole che parlano”una nuova lezione di Teatro

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Il Teatro è luogo di Epifania…
Epifania del gesto e della parola.

Noi siamo le nostre parole, quelle che diciamo , quelle che pensiamo, quelle che a nessuno abbiamo confessato, quelle che nascono improvvise e luminose,quelle che restano mute, scrigno delle nostre paure primordiali.

Questo concetto lo ripeto spesso nelle mie lezioni, chiedendo ai miei allievi di tentare di stringere sempre più la distanza, che tuttavia esiste, tra noi e queste parole.

Stringere la distanza…avvicinarsi mentalmente all’idea-significato che ogni parola porta necessariamente con sè.
Avvicinarsi come bambini, con l’entusiasmo e la naturale curiosità, che solo i bambini riescono ad esprimere senza remore, senza giudizi e timori.

Tornare bambini e lasciarsi attraversare dalla potenza alchemica della Parola, che è Verbo , che è Fonema, che è Grafema, che è Significante e Significato al tempo stesso…

E lasciare che la Parola parli,
parli a noi,
parli di noi,
parli per noi.

Lasciare che quell’energia cambi la nostra vita una volta e per tutte , nel momento più alto della sacralità del Teatro, quando l’Atto cade e accade sulla scena.

Non vi sarà più possibilità di ritorno da quell’Atto in poi…
La parola detta avrà modificato la nostra realtà interiore ed esteriore, avrà creato una nuova realtà , che sceso da quel palco , ciascuno di noi dovrà sperimentare, liberato da ogni paura attraverso la forza della rappresentazione.

Ed ecco perchè raccomando sempre ai miei allievi di trattare con cura e amore le parole su cui dovranno lavorare, e lì dove una parola risulti più difficile da pronunciare o portare a memoria , il consiglio è sempre lo stesso:
“Fermati, rifletti e poniti una domanda in più , perchè quella parola, sì proprio quella che può sembrare più lontana da te, in verità ha molto da raccontare circa la tua vita presente, passata, o futura.”

Perchè il Teatro, mio caro allievo, è anche Profezia, non dimenticarlo.

(immagine presa dal web, Siria, Teatro Romano)