Per Amor del Teatro

Cloister

” Ma io , che dappertutto
son peregrino e alieno,
che da nessuna arte
felicità ricevo,
ti odo senza sapere
se mi allevia o no
il tuo canto che vibra
dentro il mio cuore.

Sento più allegria
del tuo canto , o il dolore
che quel canto illumina
mostrandolo meglio?

Non so , è un’incertezza
di sconsolatezza.”

Siamo tutti peregrini, siamo tutti in cammino,
cerchiamo consolazione,
cerchiamo speranza,
cerchiamo sempre e solo noi stessi,
negli occhi di chi incontriamo , di chi amiamo,
di chi lasciamo e dimentichiamo…

Sempre e solo noi stessi…

Questa semplice verità il Teatro ci insegna,
lui che ci chiede Amore e Dedizione,
che non sente ragioni,
che ci sprona a non arrenderci alle difficoltà della vita,
che ci chiede Onestà,
che pretende Conoscenza e Consapevolezza,
che ci ricorda, che tutto ciò che cade e accade nella nostra vita,
dipende da noi,
dalla nostra Volontà,
dalle nostre Paure inconfessabili,
dai nostri desideri,
dalla nostra Condotta Morale,
da quello che diciamo, e facciamo,
non che avremmo voluto dire, o avremmo voluto fare.

frau-in-der-morgensonne

” Vedere le cose fino al fondo…
E se esse non avessero fondo?

Ah , che bella la superficie!
Forse la superficie è l’essenza
e il più che la superficie è, è più che tutto
e il più che tutto non è niente.

O faccia del mondo , solo tu, di tutte le facce,
sei l’anima stessa che rifletti”

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Per Amor del Teatro,
per Amore suo,
abbiamo il dovere di imparare ad amare noi stessi,
di riconoscere i nostri limiti, per poi tentare di sublimarli sul Palco,
lì dove Finito e Infinito si confondono…

Per Amor del Teatro,
abbiamo il dovere di “Essere nel Vero”
di capire dove inizia e dove finisce la nostra Individualità,
perché il confine estremo del nostro Essere,
coinciderà sempre con l’Altro da noi.

Per Amor del Teatro,
abbiamo il dovere di vedere le cose, per quello che realmente sono,
senza finzioni ,
senza confusioni,
perché, per non frantumare la nostra Essenza,
dovremo tendere all’Unità,
conciliando i nostri opposti,
armonizzando le Luci e le Ombre, che ci abitano dentro.

14-Rene-Magritte-The-Kiss-1951

“E’ forse l’ultimo giorno della mia vita.
Ho salutato il sole , alzando la mano destra,
ma non l’ho salutato, dicendo addio.
Solo un cenno al vederlo ancora , niente altro.”

Per Amor del Teatro,
abbiamo il dovere di guardarci dentro,
costantemente,
e ammettere i nostri errori,
per scoprire, in un fresco di giorno di Primavera,

che c’è ancora tanta Gioia preparata per noi…

Mirò.-Autoritratto-II

Barbara

(le immagini sono prese dal web,
opere di Friedrich, Magritte, Mirò,
i versi scintillanti sono di Fernando Pessoa,
l’ultima lirica, è stata dettata dal Poeta,
proprio nel giorno della sua morte.)

“Il Poeta è un fingitore”…Fernando Pessoa, il Poeta e il Teatrante

“Il poeta è un fingitore.
Finge così completamente
che arriva a fingere che è dolore
il dolore che davvero sente”

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Fernando Pessoa fu un letterato poeta e giornalista portoghese , (Lisbona 1888/1935), figura affascinante, esoterica e enigmatica che scompose la sua identità artistica in personalità parallele, che teatralmente definirei personaggi, ai quali affidava i suoi pensieri più intimi e i suoi versi scintillanti.
Ed ecco apparire sulla scena i suoi eteronimi, Ricardo Reis, Alvaro De Campos, Alberto Caeiro,Bernardo Soares,che firmarono alcuni dei suoi capolavori poetici e letterari, come “Il libro dell’inquietudine” di cui vi consiglio la lettura , edito da Feltrinelli e tradotto da Antonio Tabucchi, magnifico interprete del genio e della follia creatrice di Fernando.

“L’origine dei miei eteronimi è il tratto profondo di isteria che è in me(…) L’origine mentale dei miei eteronimi sta nella tendenza organica e costante alla spersonalizzazione e alla simulazione.
Questi fenomeni per fortuna mia e degli altri si sono mentalizzati,non si manifestano nella mia vita pratica, esplodono verso l’interno e io li vivo da solo, con me stesso.”

Ciascuno dei suoi eteronimi, come nella migliore tradizione teatrale, aveva una mimica ben definita, e un costume di scena adatto alle intenzioni che tale personaggio doveva esprimere, tutto studiato nei minimi dettagli,tutto come solo un primo attore di compagnia saprebbe fare. .

Incredibile mente, che riesco solo a stimare , luminosa intelligenza, che lo rendeva capace di descrivere gli abissi dell’anima, con la leggerezza di un volo di farfalle.

Ho citato l’opera di traduzione di Tabucchi, perchè a quest’ultima dedicò la maggior parte della sua vita, divenendo il più grande traduttore della Letteratura portoghese che il nostro paese ricordi.
Vi invito ,a tal proposito, a leggere il mio post su Tabucchi e il Don Chisciotte ,per ascoltare la bellissima lezione che tiene sul capolavoro di Cervantes.

Vi lascio con alcuni frammenti lirici di Pessoa , tratti dalla raccolta “Il Poeta è un fingitore” edita da Feltrinelli, che ritengo sia di rara bellezza e intensità:

“Essere poeta non è una mia ambizione.
E’ la mia maniera di stare solo.

Mi sono moltiplicato per sentirmi
per sentirmi ho dovuto sentire tutto,
sono straripato , non ho fatto altro che traboccarmi…

Sentire tutto in tutte le maniere,
vivere tutto da tutte le parti ,
essere la stessa cosa in tutti i modi possibili allo stesso tempo….

Ho creato in me varie personalità.
Creo costantemente personalità.
Ogni mio sogno , appena lo comincio a sognare , è incarnato in un’altra persona che inizia a sognarlo , e non sono io.
Per creare, mi sono distrutto ; mi sono così esteriorizzato dentro di me che dentro di me non esisto se non esteriormente.
Sono la scena viva sulla quale passano svariati attori che recitano svariati drammi.

Viaggiare? Per viaggiare basta esistere .
Passo di giorno in giorno come di stazione in stazione , nel treno del mio corpo , o del mio destino, affacciato sulle strade e sulle piazze , sui gesti e sui volti , sempre uguali e sempre diversi come in fondo sono i paesaggi.

La realtà,
sempre di più o di meno
di quello che vogliamo.

Il mondo esterno esiste come un attore su di un palco:sta lì ma è un’altra cosa.

Oh notte dove le stelle mentiscono luce, notte unica cosa della dimensione dell’Universo , fammi diventare , corpo e anima, parte del tuo corpo , fa che io mi perda nel fatto di essere mera tenebra e diventi notte anche io , senza sogni che siano stelle in me nè sole aspettato che risplenda dal futuro.

Siediti al sole,
abdica,
e sii re di te stesso
…”

Amore, Assurdo Amore…

romeo e giulietta

La prossima settimana riprenderò le lezioni di Teatro con i miei allievi , e subito inizieremo le prove per il prossimo spettacolo, che andrà in scena ad Ottobre, uno spettacolo completamente dedicato all’Amore, questo nobile sentimento, cantato da poeti e scrittori , che è croce e delizia degli uomini e le donne di ogni tempo.

Lo spettacolo sarà un susseguirsi di dialoghi e monologhi, tratti dalla Letteratura Teatrale , dalla poesia, e dal cinema.
Uno spettacolo-collage per meglio definirlo , che vivrà di suggestioni nate dalle parole e dalla musica, che vedrà in scena personaggi come Frida Kahlo, Sibilla Aleramo, Virginia Woolf, Il Maestro e Margherita..
E poi la Poesia…i versi scintillanti di Alda Merini, Shakespeare, Cesare Pavese, Fernando Pessoa, Dante…

Tanta materia incandescente pronta ad essere trasformata in oro prezioso…

Sarà un lavoro impegnativo, ma come attrice e regista dello spettacolo vedo già il risultato finale , che sarà, come sempre, straordinario e in grado di emozionare non solo il pubblico , ma anche tutti coloro che saranno sul palco, cioè i miei allievi insieme alla sottoscritta.

Perchè, come già ho spiegato nei precedenti post, il mio Teatro, è diverso da qualsiasi altra forma di Teatro.
I miei allievi non sono soggetti passivi, vengono educati da me alla Regola del Teatro, e dopo aver assimilato la tecnica recitativa , sono chiamati ad andare in scena per incontrare il pubblico, in spettacoli veri e propri, non in saggi di fine anno che ,spesso e volentieri, umiliano chi li fa e chi li guarda.

Il teatro è un gioco serissimo, non smetterò mai di scriverlo e di ripeterlo a tutti coloro che frequentano le mie lezioni, bisogna divertirsi e sperimentare, ma al momento opportuno bisogna anche diventare serissimi, perchè andare in scena è come tuffarsi da un trampolino altissimo, hai bisogno di una tecnica precisa per impattare con l’acqua senza farti male.

il-teatro-di-siracusa-in-notturna

I miei allievi imparano la tecnica , e poi quando ritengo siano pronti, mi prendo la seria responsabilità di portarli in scena, facendogli attraversare i confini del Reale per immergersi nell’Arte, nella dimensione di oblio, abbandono e assoluta meraviglia, che al Teatro appartiene….
E’ come rinascere a nuova vita, l’anima si libera da ogni costrizione e condizionamento, su quel palco si è in grado di sentire cose che nella vita reale mai giungerebbero a toccarci…

Chi inizia a fare Teatro non può più farne a meno, questo mi ripetono spesso i miei allievi , entusiasti del percorso che ogni anno propongo loro.

Proprio per darvi un’idea , vi regalerò qualche riga del monologo iniziale del prossimo spettacolo, già assegnato alla mia allieva Paola, che sono certa non ne avrà a male, se lo condividerò anche con i miei lettori.

“C’è qualcosa di più assurdo dell’Amore?
Se lo godiamo fino all’ultimo, subito ce ne stanchiamo;
se lo teniamo alto per ricordarlo senza rimorsi, un giorno rimpiangeremo la nostra sciocchezza e viltà,
di non aver osato…
L’amore non chiede che di diventare abitudine, vita in comune, una carne sola di due, e appena è tale è morto…
a pensarci c’è da diventare matti…”

Il resto lo ascolterete a Teatro, se vorrete;)

Don Chisciotte della Mancia

Questa lezione di Antonio Tabucchi, sul “Don Chisciotte ” di Miguel De Cervantes, ritengo sia un documento raro e prezioso.
Antonio Tabucchi, per chi non lo conoscesse, è stato un importante scrittore e interprete/ traduttore della seconda metà del Novecento, ci ha lasciato nel 2012.
Ricorderò il suo impegno di analisi e traduzione dell’opera completa del genio portoghese Fernando Pessoa ,che invito tutti i miei allievi a leggere, se ancora non lo avessero fatto.(consiglio “Il libro dell’Inquietudine” e “Il poeta è un fingitore”)
Qui Tabucchi, introduce l’ascoltatore alla lettura del Don Chisciotte, capolavoro assoluto, classico nel senso piu profondo del suo siginificato.

Un eroe e al tempo stesso un anti-eroe, cavaliere errante insieme al suo fido scudiero Sancio Panza, e al suo ronzino spelacchiato “Ronzinante ” appunto, Don Chisciotte combatte l’ingiustizia del mondo, con coraggio e follia, la follia del genio però , di colui che pur vivendo fuori dal mondo, è sempre pronto ad operare per il suo bene e per la sua salvezza fisica e morale.

Desidero che i miei allievi, e tutti gli appasionati che seguono il mio blog, inizino a conoscere la grandezza di questo personaggio, le cui gesta , in una traduzione in romanesco, porteremo in scena nella stagione teatrale 2014/2015…

Perchè la mia Compagnia teatrale ,(di cui presto dirò qualcosa, così come della sottoscritta) continua il suo cammino , con forza e immensa gioia , come moderni Don Chisciotte;)